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Vendola non vara il Titanic2
Contro la sua mozione si ricompattano tutte le altre: ora via spianata alla riunificazione con i Comunisti Italiani di Diliberto
di Fortunata Dell’Orzo
Nichi Vendola, per il momento, non sarà il ricostruttore della sinistra italiana. Per un anno ancora sarà a capo della giunta pugliese, leader della sua corrente di Rifondazione. Il partito sarà guidato da altri anche in Puglia. Il buon Nicola Fratoianni è destinato a tornarsene in Toscana. Il progetto che vedeva un nuovo patto elettorale fra il pd di Emiliano (e Gero Grassi) per un futuro di serena opposizione in regione, a 13 mila euro mensili, contro il prossimo governatore Adriana Poli Bortone, è fallito.
Nichi Vendola non è forse destinato più ad essere il futuro presidente del consiglio di una legislatura che vedesse un rinnovato centro sinistra alla guida del Paese.
Il suo progetto, quello che offriva la guancia al Pd, che vedeva di nuovo oves, bove et porci imbarcati sul TITANIC2 (nuovo nome della sciagurata Sinistra Arcobaleno), quello che si è creato una bella quinta colonna all’interno dello stesso consiglio regionale, ingaggiando di fatto i due consiglieri dei Comunisti Italiani, Borraccino e De Santis, di fatto più obbedienti a Vendola e a Grassi che al proprio partito, è fallito.
Vendola dovrà rivedere certe logiche spartitorie e clientelari per cui, ad esempio, negli ultimi mesi molti collaboratori della Regione si sono improvvisamente scoperti vendoliani da sempre, sino al punto da iscriversi al partito a ridosso dell’imminente congresso, così come forse è giunto il momento per tutti i miracolati dell’era Fratoianni-Giordano, fra i quali spicca Antonio di Matteo presidente dell’amtab, di rivedere certe scelte e magari a fare sul serio il presidente dell’Amtab, controllando la trasparenza delle assunzioni, degli acquisti, della gestione in genere.
Siamo ancora convinti che Nichi Vendola sia, oggi, l’unico vero politico italiano ad avere il dna dello statista. Il valore dell’uomo non si discute. La sua visione, la sua cultura, la forza evocatrice delle sue parole. Ma chi lo circonda spesso non è degno di lui e spesso i grandi vengono travolti dalla misera capacità o dalla avidità cieca di chi gi sta intorno.
Con Vendola fuori da questi giochi la Puglia finisce definitivamente alla periferia dell’Impero, avendo già avuto ampia dimostrazione della inesistente autorevolezza dei ministri o dei parlamentari di governo nati da queste parti (alcuni dei quali sperano nelle prossime tornate amministrative per tornare a contare qualcosa almeno a casa propria visto che a Roma è come se non ci fossero).
Ora tocca a Paolo Ferrero. E siccome questo paese ha comunque bisogno della Sinistra, gli auguriamo sinceramente di farcela, magari tracciando una strada comune sulla quale possa un girono tornare a camminare, da statista qual è, Nichi Vendola.
barilive