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Ripartire da Genova per il ritiro dall’Afghanistan
Publie le mercoledì 5 luglio 2006 par Open-Publishing11 commenti
Dazibao Movimenti Guerre-Conflitti Internazionale
Avvertiamo l’urgenza e la necessità di costruire un percorso
collettivo con un obiettivo semplice e preciso: il ritiro delle truppe militari italiane dall’Afghanistan, teatro di una guerra sanguinosa e potenzialmente infinita. Obiettivo indicato da tutto il movimento fin dal 2001 e ribadito dai Forum sociali mondiali di Bamakò e Caracas e dal Forum sociale europeo di Atene.
Il decreto del governo per il rifinanziamento della missione italiana in Afghanistan introduce elementi di cosìddetta "riduzione del danno" ma non può essere certo considerato un risultato adeguato, infatti non parla di ritiro. D’altra parte il movimento per la pace attraversa un momento di affaticamento, e noi, che di questo movimento ci sentiamo parte, crediamo sia necessario investire al più presto ogni energia possibile per un suo rilancio, nell’autonomia che è elemento costitutivo della sua stessa esistenza.
La pace e la guerra sono un terreno troppo importante perché su di esso si scatenino vecchie e nuove concorrenze fra componenti e anime della così detta sinistra "radicale", sia nelle aule parlamentari, sia nei movimenti sociali. Non è il momento di polemizzare con chi ci siede vicino ma di impegnarci per far sì che, dopo l’Iraq, il 2006 sia effettivamente l’anno della decisione sull’uscita delle nostre truppe dall’Afghanistan.
In questi giorni molte voci chiedono di non mettere a rischio la
tenuta del nuovo governo, e di subordinare a ciò il ritiro delle
truppe dall’Afghanistan. Siamo quindi ben consapevoli della situazione di grande difficoltà nella quale si trovano i parlamentari pacifisti.
Siamo certi che, se potesse pronunciarsi, gran parte del popolo
dell’Unione, e non solo la "sinistra radicale", sceglierebbe ambedue gli obiettivi: la tenuta del governo e l’uscita dell’Italia dalla guerra afghana.
Se potesse scegliere.
Esiste infatti un problema di democrazia e partecipazione: perché non s’interpella direttamente il popolo dell’Unione sulla missione in Afghanistan? Quello stesso popolo che è stato chiamato a pronunciarsi sul leader. Scegliere se partecipare o meno ad una guerra è forse meno importante? Siamo certi che la risposta di pace sarebbe ancora una volta chiara.
La scelta tra pace e guerra è per noi costitutiva del nostro modo
d’intendere la politica, il terreno principale sul quale unità e
radicalità si incontrano. Se è giusto non sottrarsi alle responsabilità di governo, e noi ne siamo convinti, è altrettanto necessario stare al governo in maniera differente.
Partecipare al governo e partecipare ad una guerra non sono due scelte obbligatoriamente tra loro vincolate.
Continuiamo ad impegnarci perché questo obiettivo possa essere
raggiunto nei prossimi giorni, pur sapendo che oggi questo non
dipende solo da noi, considerato l’alto grado di condivisione che tale obiettivo richiederebbe nella coalizione. Ma già da oggi possiamo scegliere di impegnarci per costruire mobilitazioni in grado, per dimensioni e qualità, di ottenere, il definitivo ritiro di tutte le truppe italiane dall’Afghanistan.
Vorremmo proporre ai movimenti, alle reti, alle associazioni
democratiche, alle tante singole e singoli incontrati in questi anni di tornare a lavorare assieme nei prossimi mesi, attraverso tappe condivise, per costruire una mobilitazione la più ampia possibile capace di ottenere dal Parlamento entro il 2006 l’approvazione di una strategia di uscita dalla guerra.
Possiamo ripartire proprio da Genova, da dove cinque anni fa il
movimento dei movimenti lanciò la sua sfida contro la guerra senza se e senza ma.
Proponiamo di incontrarci in occasione delle giornate di luglio
nell’anniversario del G8 a Genova sabato 22 alle 9,30 (luogo in via di definizione).
Primi firmatari:
Vittorio Agnoletto, Mario Agostinelli, Marco Bersani, Antonio Bruno, Donatella Della Porta, Tommaso Fattori, Alessandra Mecozzi, Emilio Molinari, Andrea Morniroli, Tonino Perna, Riccardo Petrella, padre Giuseppe Pirola, Anna Pizzo, Raffaele Salinari, Gigi Sullo, Danilo Zolo, Roberto Ferrario
Per adesioni ritiroafghanistan@gmail.com
Messaggi
1. > Ripartire da Genova per il ritiro dall’Afghanistan, 5 luglio 2006, 18:31
io son contro la guerra in afganistan, ma attenzione a non fare cadere questo governo, attenzione sarebbe uno sbaglio enorme di portata colossale, ricordiamoci che la pace, non è solo guerra, la pace è disimpegno, ma non vuol dire isolazionismo, non facciamo questo sbaglio, dobbiamo mantenere gli impegni presi, io son un convinto antiamericano, son contro la politica americana, però non dimentichiamoci gli impegni presi, se non volete più berlusconi al governo, dovete trovare il giusto compromesso, ci vuole tempo per i cambiamenti, ci vuole tempo
by guido arci camalli arci guernica arci peppino impastato arci fuori orario arci bergamo, arci cervo arci ceriana, pubblicizzo questi arci perchè meritano ma anche molti altri meritano come gli arci di bologna
gli arci di roma gli arci di milano, gli arci di torino, ritroviamo lo spirito degli arci, ritroviamo lo spirito del umiltà e quella del unione
1. > Ripartire da Genova per il ritiro dall’Afghanistan, 5 luglio 2006, 19:05
Della serie :
"pur di non avere Berluskoni ingoiamo tutto" ..... persino una guerra ....
Potrei dire di averlo largamente previsto in tempi non sospetti, ma che lo dico a fare ?
Contro certi sentimenti irrazionali non c’è battaglia, si perde in partenza ....
Keoma
2. > Ripartire da Genova per il ritiro dall’Afghanistan, 6 luglio 2006, 08:33
ogni cuore
con ogni cuore si scrive la parola
parola di un povero operaio
con ogni cuore si scrive la parola
parola di unA POVERA evita
con ogni cuore si scrive la parola
che dipinge i quadri di autunno
le estati senza acqua
gli inverni di biaNCA NEVE
LE PRIMAVERE CHE DI STRELIZIE
con ogni violino scriviamo la parola
di un un povero metalmeccanico
di un un povero africano senza acqua senza pane
di una povera ragazza evita di luce
di un povero uomo ricco di pensieri semplici
e corre corre IL RIMPIANTO DI QUEL 68
DI QUELLE VIOLENZE GRATUITE
con ogni cuore si scrive una parola
una semplice parola dateci da mangiare
spero che possa servire alla discussione sul afganistan, io non dico di ingoiare tutto, si stà arrivando ad un compromesso
by guido arci camalli
3. > Ripartire da Genova per il ritiro dall’Afghanistan, 6 luglio 2006, 15:00
Su una guerra è impossibile un compromesso.
O la si fa o non la si fa, non ci possiamo prendere per il culo col mandato Onu - che anche in Afganhistan è arrivato a posteriori e sta’ peraltro per scadere - o peggio ancora con quello Nato, che è sempre stato uno strumento nelle mani degli amerikani e che comunque avrebbe ancora, da statuto, esclusivamente un compito di mero mutuo soccorso difensivo, o col concetto di "missione civile" che avrebbe comunque necessità di truppe armate al seguito.
Tanto più che sappiamo tutti benissimo che le basi di Al Qajda e dei talebani stanno in quel Pakistan golpista ed integralista ma eppure, chissà perchè, buon alleato degli stessi Usa.
E nessuno, meno che mai Prodi e D’Alema, ha il coraggio di chiedere a Bush chiarezza su questa cosa.
E comunque il discorso dell’ "ingoiare tutto" non vale solo per l’ Afghanistan.
Che si fa sulla legge 30, sulla Bossi-Fini, sulla legge sulle droghe, sulla controriforma Moratti, sulla Tav, sui Pacs, persino ( anche se il discorso notoriamente non mi appassiona) sulla riforma Castelli della giustizia ?
Quien sabe ? Direbbe il compianto compagno Gian Maria Volontè .....
E comunque già si capisce che a buona parte del "popolo di sinistra" cosa si farà su queste cose appare del tutto secondario, l’importante è evitare il ritorno di Berluskoni .....
Un altro compianto artista, Giorgio Gaber, diceva che "libertà è partecipazione".
Qui invece sembra che tutto sia "delega totale", ci pensino loro, facciano quello che vogliono, basta che non ritorna Berluskoni ....
Se continua così, rischio di rimpiangerlo .......
Keima
4. > Ripartire da Genova per il ritiro dall’Afghanistan, 7 luglio 2006, 18:11
beh rimpiangilo pure anche gli operai precari lo rimpiangono lo sai? anche i disoccupati lo rimpangono lo sai? io son contro la guerra in afganistan,lo sapevi? sapevi che ho manifestato contro quella guerra, saopevi che son antiamericano, ma contro il governo bush, sapevi che son contro il governo israeliano colpevole dei più grandi crimini, lo sapevi? ma lo sai che vuol dire uscire dala nato? uscire dal onu?
lo sai? essere isolati dal mondo intero, chissà ora berlusconi se la ride da qualche parte in sardegna con la sua villetta abusiva, lo sapevi che la sinistra radicale fa il suo gioco facendo così? lo sapevi, rimpiangi pure berlusconi, ma poi non ti lamentare se c’è perchè c’è lo sian voluti noi e la colpa è nostra dei nostri bravi politici della sinistra radicale, che anno lo stipendio più alto del europa lo sapevi? o no?
by guido volontario del arci camalli
ripartiamo dagli arci ripartiamo assieme uniamo non dividiamoci mai
2. > Ripartire da Genova per il ritiro dall’Afghanistan, 6 luglio 2006, 17:15
Con le parole di Peppe Sini, inequivocabili a chi ha orecchie per sentire.
Doriana
*Circola un appello con cui all’incirca si propone di demandare "al popolo dell’Unione" di dichiarare se e’ giusto o meno fare la guerra in Afghanistan.
Ci duole per "il popolo dell’Unione" (qualunque cosa esso sia, e certo un tal nome non promette nulla di buono), ma e’ la Costituzione della Repubblica Italiana che proibisce quella guerra.
Non c’e’ nessuna consultazione da fare: la consultazione sulla Costituzione l’abbiamo fatta alla fine del mese scorso, adesso c’e’ solo da applicare quello che essa stabilisce: "L’Italia ripudia la guerra".*
1. > Ripartire da Genova per il ritiro dall’Afghanistan, 6 luglio 2006, 17:59
La Costituzione stabilisce anche che le scelte politiche sono fatte dal Parlamento eletto dai cittadini. I quali cittadini hanno votato al 90% partiti che o sono favorevoli alla guerra o ritengono che la missione in Afghanistan non si possa considerare una guerra.
Stabilito che noi facciamo parte di quel 10% di cittadini che hanno votato partiti che ritengono che la missione in Afghanistan sia una forma, seppure indiretta, di partecipazione alla guerra, e quindi contrasti con la Costituzione, come facciamo a spostare l’orientamento del restante 40% del parlamento? Hic Rhodus, hic salta.
Oggi per il ritiro dall’Aghanistan non c’è un movimento, ma nemmeno un sentimento diffuso dell’opinione pubblica, che sia anche lontanamente paragonabile a quello che c’era per il ritiro dall’Iraq e che ha consentito di spostare il baricentro dell’Unione verso le posizioni pacifiste. Se non c’è questo possiamo scordarci di fare dei passi avanti. Mi pare che l’Appello sia un tentativo di creare un ampio schieramento che vada in tale direzione. Altrimenti possiamo scegliere di raccontarcela fra di noi.
Franco
2. > Ripartire da Genova per il ritiro dall’Afghanistan, 6 luglio 2006, 19:26
E infatti, molto semplicemente, bisogna cominciare a parlarne, tutto qui.
Ma ho la netta impressione che buona parte del cosiddetto "popolo di sinistra" abbia paura pure di parlarne, ossessionato com è da un’ improbabile ipotesi di ritorno del Caimano.
Il quale Caimano peraltro non mi sembra, con tutta la sua coalizione, godere buona salute ....
E come dicevo, il problema non è solo l’ Afghanistan, ma un pò tutto, anche temi senza così grandi implicazioni internazionali.
E, se non siamo capaci, come cosiddetta sinistra radicale, antagonista ecc. ecc. di mettere in piedi mobilitazioni di massa su certi temi o addirittura temiamo anche di sollevarli per paure ancestrali, tutto ciò è assai temibile per il proseguio di ogni cosa.
Poi, certo, bisogna anche fare i conti con la realtà, ma senza rinunciare a priori a giocare un ruolo ......
E invece, come avevo previsto in tempi non sospetti, vedo in giro atteggiamenti molto rinunciatari .....
Tutto qui.
Keoma ( ovviamente ero io pure prima, la firma Keima è un errore di battitura)
3. > Ripartire da Genova per il ritiro dall’Afghanistan, 7 luglio 2006, 17:33
io ripeto
secondo me si deve arrivare al compromesso, ci si deve arrivare, mi stupisco della sinistra redicale, è la stessa che non ha sui banconi la bandiera della pace, che usa i telefonini, che gira scordata con le auto blu, mi stupisco della sinistra radicale che al g8 non si è fermata sapendo benissmo che sarebbe finita così mi stupisco di questa sinistra
per ogni arci di italia by guido
questa rappesenta la mia personale posizione, non rappresenta nessun arci camalli arci peppino impastato arci bergamo arci guernica arci fuori orario,
ripeto volete far cadere questo governo accomodatevi ma non rompeteci più con berlusconi il caimano capito
4. > Ripartire da Genova per il ritiro dall’Afghanistan, 8 luglio 2006, 05:23
Non capisco o forse sei confuso tu, Guido,
Di quale sinistra parli, sinistra radicale nella quale mi sono riconosciuta e che ho sostenuto e votato malgrado sapessi il Compromesso della contiguità?
Chi ha agitato e continua ad agitare il faccione berlusconiano se non ci si compromette, se non si fanno i passetti? E’ da tempo che la sinistra è il compromesso, non dobbiamo trovarlo, anzi se si dice NO , si rompe, si rompe il governo gli accordi i progetti le missioni di pace.
Di quale stereotipo parli poi quando entri nel merito delle auto blu, telefonini e stili di vita poco con bandiere della pace?
Sono argomentazioni a dire poco insensate e che dovrei smontarti con facilità e dolore una per una.
Già la delusione della mancata coerenza e dell’attacco violento alle cosiddette frange minoritarie al senato, alla camera e al mondo pacifista, parlano da sè.
Che vuol dire che la sinistra radicale al g8 non si è fermata sapendo benissimo che sarebbe finita così? Così con le tue spazientite minacce che facciamo cadere il governo e che ci lamentiamo di Berlusconi?
Cambia interlocutore, credo sia meglio.
Doriana
5. > Ripartire da Genova per il ritiro dall’Afghanistan, 8 luglio 2006, 10:55
la sinistra che io conosco non esiste più dai tempi di berlinguer, sia chiaro a tutti, la sinistra italiana non esiste più, sia ben chiaro, a tutti io son contro la guerra in afganistan, la TROVO INGIUSTA e che non possa risolvere il problema, io ero e resto contro quella guerra, ma è sotto egida del onu, o non riconosciamo neanche più quello, la nostra sia chiaro non è una missione di pace secondo me, ma che facciamo, datemi una soluzione, al problema, dove è la sinistra nelle altre guerre? dove è la sinistra nelle altre lotte? io son di sinistra e ho la bandiera della pace su quel bancone, la stessa di roma del senza se senza ma, la stessa identica, ma perchè non avete continuato su quella strada? te lo dico io perchè, perchè non era più di moda, se non moriva quel militare in afganistan, non si arrivava a tutto questo, che voi fare doriana, lotti da sola contro gli stati uniti, o tenti di dialogare con gli statiuniti, io scelgo la seconda, io scelgo la nascita di uno alternativa pacifica alla questione afgnanistan, ma scelta assieme, la sinistra radicale paventa di non votare la mozione, dopo che succede? io son contro quella guerra, vorrei un mondo senza guerre, guadagno 600 euro al mese quando mi va bene, per colpa di berlusconi, volete che torni, la sinistra radicale sapeva già queste cose, sapeva già che i ds e la magherita avrebbe votato si, spiegami doriana, che è successo al g8, certo la colpa è dei poliziotti, è chiaro a tutti, ma era responsabilità di agnoletto casarini e altri mollare tutto, non sfondare la zona rossa come qualcuno ha detto, ragazzi la colpa è certamente dei fascisti, ma forse un pò di colpe le ha anche agnoletto e casarini, che guarda caso non son dei poveracci, chiarisco pure le auto blu se vuoi tu sei d’accordo sulle auto blu a tutti? sei d’accordo sugli stipendi alti dei parlamentari, la sinistra e queta volta quella moderata fà pagare hai pensionati e tocca la sanità, ha tradito me come elettore, non doveva neanche toccarla, ma neanche in minima parte, la sinistra non esiste più te lo dico io
by guido
visitate gli arci camalli arci guernica arci fuori orario arci bergamo arci cervo arci ceriana arci peppino impastato