Home > Nicaragua, sono partiti : ¡ HASTA PRONTO COMPAÑEROS Y COMPAÑERAS !
Nicaragua, sono partiti : ¡ HASTA PRONTO COMPAÑEROS Y COMPAÑERAS !
Publie le mercoledì 12 ottobre 2005 par Open-PublishingDazibao Manifestazioni-azioni America Latina Giorgio Trucchi
Tutti alla grande Marcia del 23 ottobre
di Giorgio Trucchi
Alla fine sono partiti, sono tornati alle loro case dopo quasi otto mesi di presidio a Managua.
Gli autobus messi a disposizione dal Governo sono insolitamente arrivati molto prima del previsto..."Quanta fretta di farli partire" viene da pensare...
Saluti, abbracci, qualche lacrima da parte di chi ha condiviso con questa città una lotta esemplare.
La Ciudadela del Nemagón si è svuotata ed il campo nei pressi dell’Asamblea Nacional ha ripreso l’aspetto di sempre.
Decine di persone s’aggiravano per caricare tronchi, pezzi di legno e di lamina, cartoni e tutto quello che può servire da rivendere per racimolare qualche cordobas, in questo Nicaragua di povertà e disperazione.
Doña Coquito, da anni al fianco della lotta dei bananeros, ha le lacrime agli occhi.
Mi guarda, sorride e mi stringe la mano. "E’ una cosa che mi lascia sempre senza fiato..." sussurra quasi vergognandosi.
Da lontano mi chiamano. Raggiungo l’autobus parcheggiato e salgo.
Dentro ci sono decine di compagni e compagne stipate. C’è euforia. Gridano, applaudono, vogliono un’ultima foto.
Alzano le dita in segno di vittoria, alzano in alto i bambini di pochi mesi e mi ringraziano.
Contraccambio con un sorriso imbarazzato e dico loro che non c’é niente da ringraziare perché siamo noi che dobbiamo dire grazie.
Grazie per il loro esempio, per la loro lotta, per la loro capacità di sopportare umiliazioni, condizioni disumane, il sole, la pioggia, la fame, il tempo che non sembra passare mai, sempre con il sorriso sulle labbra e con la determinazione propria di chi sa che non ha nulla da perdere e che la loro lotta, prima o poi, si sarebbe conclusa con un successo.
Mani e visi segnati dal tempo, dalle malattie e dal lavoro massacrante delle bananeras e dei cañaverales.
Mani e visi che stanno costruendo una parte importante della storia di questo Paese.
Alla fine si allontanano salutando, fischiando e gridando. Danno a tutti appuntamento per il 23 ottobre a Chinandega per la grande marcia di festeggiamento dei risultati ottenuti.
Buon viaggio y hasta muy pronto, compañeros y compañeras...
Intervista con Victorino Espinales - Presidente della Asotraexdan -
Un’analisi di questi otto mesi di lotta e del futuro
– Sono passati 231 giorni da quando siete partiti da Chinandega. Domani ritornate a casa. Possiamo fare un’analisi di questi mesi di lotta?
Credo che tutta questa esperienza lsi possa dividere in due momenti.
La prima è stata la tappa di presentazione delle 19 richieste che ampliavano i 5 punti contenuti negli Accordi del Raizón firmati con il Governo nel 2004.
Grazie a questa lotta, i 19 punti si sono ampliati a 24 e sono stati tutti accettati da parte delle autorità governative.
Il Governo ha dimostrato apertura ed accettazione alle nostre richieste e alla fine ha ceduto anche la Asamblea Nacional.
La prima tappa delle negoziazioni, che implicava la stesura della piattaforma di lavoro, si è quindi conclusa e la seconda tappa sarà quella di esecuzione degli accordi firmati e richiederà un doppio sforzo, perché dovremo lavorare in modo dinamico e continuo per non perdere quello che abbiamo già stabilito nella piattaforma e per far rispettare i vari punti accordati.
Un elemento importante di questa lotta è stata la presenza dei mezzi di comunicazione che, con la loro azione, ha permesso di ammorbidire le posizioni del Governo e della Asamblea Nacional.
Siamo riusciti anche ad avere un appoggio più integrato con la solidarietà nazionale ed internazionale e queste organizzazioni sono state presenti in modo permanente, diventando garanti di tutti i punti negoziati con le Istituzioni.
– Quali sono i punti più importanti degli Accordi e qual’è il grado di esecuzione degli stessi?
Rispetto all’esecuzione di quanto abbiamo accordato siamo ancora all’inizio.
Per dirlo in modo figurato, direi che sono accordi ancora molto giovani, ma che hanno già iniziato a camminare.
Tra i punti più importanti c’è sicuramente l’aspetto sanitario che effettivamente si sta già concretizzando nei vari Dipartimenti del Paese. Non è ancora attivo al cento per cento perché manca ancora l’approvazione da parte del Parlamento dei fondi specifici che copriranno le spese sanitarie per i mesi che mancano nel 2005 e tutto il 2006.
Sono però già state garantite le visite mediche, le analisi, molte medicine e vari tipi di operazioni chirurgiche per casi di cancro, problemi alla vista e molto altro.
Altri punti già avviati sono quelli del "Piano Libra por Libra", in cui più di mille famiglie hanno avuto le sementi migliorate per poter coltivare i piccoli appezzamenti di terreno, l’approvazione della modifica al Bilancio della Repubblica che conterrà, per la prima volta nella storia, una somma specifica per la copertura sanitaria della nostra gente (circa 30 milioni di cordobas). Lo stesso avverrà con il Bilancio del 2006 (circa 102 milioni di cordobas).
Mancano solo alcuni dettagli, ma la loro approvazione è sicura.
Siamo riusciti a difendere e garantire la vigenza della Legge 364 e ad accordarsi con i deputati affinché nei prossimi mesi si possa lavorare per la stesura di una legge speciale per concedere una Pensione vitalizia alle migliaia di persone ammalate a causa del Nemagón.
Alla fine però nessun punto è più importante dell’altro e sono punti che hanno tutti a che fare con la vita.
– Le richieste che invece avevano più a che fare con l’ambiente?
Per quello che riguarda la riforestazione, si é approvato il progetto per una somma di circa 2 milioni e 700 mila dollari in circa quattro anni e con questo si riforesterà l’occidente del paese, riscattando la sopravvivenza dell’ambiente e di conseguenza, della gente.
Il punto sulle analisi del grado d’inquinamento delle risorse acquifere è praticamente concluso e a partire da novembre verranno eseguite analisi in 276 punti come inizio.
Anche sul discorso dei pesticidi ci sono stati risultati molto importanti. Dei 29 pesticidi di cui chiedevamo la completa eliminazione ne sono già stati proibiti 23 e stiamo terminando la negoziazione per eliminare gli ultimi sei.
E’ importante ricordare che tra questi pesticidi ci sono quelli che fanno parte della famosa "dozzina sporca" e la nostra lotta sarà per eliminare qualsiasi tipo di pesticida dal paese.
In definitiva direi che a questo punto abbiamo completato con successo la prima fase ed ora si tratterà di difendere quanto abbiamo accordato e far sí che venga rispettato ogni punto.
– Questa è stata la lotta più lunga e più dura di questi anni. Che cosa vi riportate a casa e che cosa lasciate qui a Managua di questa esperienza?
Lasciamo cose importanti come la buona alleanza con altre organizzazioni e i legami che si sono creati in tutti questi mesi e che sono cose che non avevamo prima.
Lasciamo un ricordo importante alla popolazione perché, nonostante quasi tutte le persone che sono state qui siano state nel passato uomini e donne formate per la guerra, abbiamo rinunciato alla violenza ed abbiamo dimostrato che si possono risolvere le cose senza bisogno della violenza.
La cosa più importante credo che però sia l’aver esercitato il nostro diritto alla dignità e al non permettere che nessuno la calpesti.
E’ stato sempre latente il tentativo di manipolarci o di far rientrare la nostra lotta in un discorso di partito politico, ma non glielo abbiamo mai permesso.
Al popolo lasciamo l’esempio di come si può lottare senza essere manipolati.
Cosa ci portiamo via? Dovresti chiedere un po’ a tutti perché ieri erano molti quelli che piangevano.
Te lo dico sinceramente. Partiamo con tanta tristezza perché sappiamo che molti dei compagni e delle compagne che ci hanno sostenuto e che vedevamo quasi tutti i giorni, ora non li potremo vedere con tanta frequenza.
E’ nato un senso di fratellanza profonda che ci mancherà.
Personalmente ho impressa nell’anima l’amicizia di molti compagni e compagne e mi mancherà, ci mancherà.
Ci portiamo via anche cose amare, come il caso del Procuratore dei Diritti Umani e gli avvenimenti degli ultimi giorni.
– In questi giorni avete presentato il progetto di costituzione della Central Obrera, di che cosa si tratta esattamente?
L’esperienza dei bananeros è molto solida e non abbiamo lavorato solo per noi, ma anche per la società e per la classe lavoratrice.
La classe lavoratrice non ha sindacati veri che la difendano e crediamo che con una Central Obrera potremo dare risposte vere ad altri settori sociali che ce lo stanno chiedendo ma che, con la conformazione giuridica che abbiamo oggi, non è possibile farlo.
Vogliamo avere una figura giuridica più amplia per dare risposta a questi altri settori e dimostrare che la classe lavoratrice ha bisogno di un’organizzazione degna di questo nome.
Molti settori sociali non riescono a esprimersi, non perché non lo vogliano fare, ma perché i loro dirigenti manipolano il tutto per motivi di affiliazione a partiti.
Ci sono inoltri altri ambiti di lotta come il discorso dell’eliminazione dei pesticidi, la salvaguardia dell’ambiente, la pluralità delle organizzazioni.
L’abbiamo già dimostrato. In questa lotta hanno partecipato persone di diverse tendenze politiche, religiose, di estrazione sociale ed abbiamo dimostrato che si può lavorare e lottare insieme.
L’obiettivo principale è comunque quello di avere uno strumento legale per poter coinvolgere altri settori sociali del mondo del lavoro e avere uno strumento politico sindacale forte per contrastare qualsiasi manovra da parte dei partiti politici e del Governo di turno.
Le varie organizzazioni di bananeros che esistono oggi non spariranno, ma faranno parte della Central Obrera, la quale si farà carico delle lotte di ogni settore, pur mantenendo, ognuna, la propria autonomia di azione.
– A che punto è invece la lotta contro le multinazionali e come si è affrontato questo discorso all’interno delle negoziazioni con il Governo?
Con il Governo abbiamo toccato questo punto ed abbiamo chiesto che intervenga come mediatore per un primo contatto con le multinazionali in vista di negoziazioni extragiudiziali.
Il processo è un po’ lento, ma per il momento non vorrei parlare di questo perché durante la marcia del 23 ottobre daremo una notizia importante che sarà una sorpresa per tutti.
Un ultimo saluto per i compagni e le compagne italiane che ascolteranno e leggeranno questa intervista...
Abbiamo dei ricordi molto belli dei compagni e delle compagne italiane. Credo che in questi mesi siano passate circa tredici brigate o piccoli gruppi, oltre alla vostra presenza costante.
In questa lotta abbiamo preso l’impegno di non tradire la causa e questo lo riaffermiamo e ringraziamo per tutta la solidarietà che ci avete dato.