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Thousands gather in support of Mexican presidential candidate Andres Manuel Lopez Obrador to demand a ballot by ballot recount of the July 2 elections at the main Zocalo plaza in Mexico City, Mexico on Sunday Aug. 27, 2006.(AP Photo/Marco Ugarte
Messico - 25.8.2006 Presidente in sospeso
Il Pan ottiene la maggioranza parlamentare. Ora il Messico attende di conoscere il nome del presidente.
Il Pan, Partido de Accion Nacional, ha raggiunto la maggioranza dei deputati sia alla Camera (206 su 500) che al Senato (52 su 128) del Messico: è la prima volta che accade nella storia del Paese.
La maggioranza parlamentare. Il Prd, Partido Revolucionario Democratico, formazione che ha sostenuto la candidatura di Obrador, ha ottenuto 125 deputati alla Camera e 29 Senatori e si propone come seconda forza politica del Paese.
Questo dato, però, arriva ancora prima di conoscere chi sarà il futuro presidente della Repubblica messicana che governerà il Paese dal prossimo dicembre al 2012 e che sostituirà Vicente Fox, giunto a fine mandato.
I dati definitivi delle elezioni presidenziali tenute il 2 luglio scorso, dunque, sono ancora in alto mare e il Tribunal Electoral Federal, organo competente per ufficializzarne il risultato avrà tempo fino al 6 settembre prossimo per dichiarare il nuovo presidente. Non solo. Entro il 31 agosto il Tribunale elettorale federale dovrà cercare di sbrogliare la questione dell’impugnazione del conteggio, fatta dal candidato del Prd, Andres Manuel Lopez Obrador, il quale sostiene di essere a conoscenza di brogli elettorali e di avere ragioni a sufficienza per dichiararsi presidente.
Dopo il primo conteggio dei voti Felipe Calderon aveva ottenuto circa 244 mila voti in più rispetto a Obrador, che in un paese enorme come il Messico si traducono in un misero vantaggio di 0,5 punti percentuali.
Dal Prd. “Hanno deciso di impedirmi di essere eletto con ogni mezzo”, sostiene Lopez Obrador dallo Zocalo di Città del Messico, dove da alcune settimane è accampato con centinaia di suoi sostenitori in segno di protesta.
Il candidato della sinistra ha anche fatto sapere che sarà possibile che il prossimo settembre il Messico possa avere due presidenti: si dice infatti disposto a dichiararsi vincitore nonostante la decisione che sarà presa da Tribunal Electoral Federal.
Secondo le dichiarazioni di Obrador nel caso in cui il Tribunale confermasse i dati e che vedono in vantaggio dello 0,5 per cento il candidato conservatore, Calderon, i messicani avranno un “presidente illegittimo” e non lo riconosceranno. Obrador è andato anche oltre e ha fatto sapere che “Secondo l’articolo 39 della Costituzione il potere viene dal popolo e stabilisce che in qualsiasi momento questo ha il diritto di cambiare la forma del suo governo”.
Nel frattempo Ruben Aguilar, portavoce dell’attuale presidente Vicente Fox, in polemica con Obrador ha detto: “Autoproclamarsi presidente è una fantasia. Poi ognuno è libero di farlo, ma non avrà nulla a che fare con un presidente eletto dal popolo”.
Dal Pan. Ovviamente di diverso avviso le dichiarazioni che arrivano dal Pan. “Abbiamo vinto le presidenziali, punto” sostiene Felipe Calderon, in polemica con il candidato della sinistra. “Abbiamo ottenuto la maggioranza al Senato e alla Camera - ha continuato il leader conservatore - e a questo punto riteniamo di esserci aggiudicati anche la presidenza del paese”. Non solo. Il cattolicissimo Calderon è anche sicuro che alla fine dei conteggi il suo vantaggio su Obrador “aumenterà in modo considerevole”.
Alessandro Grandi
Supporters of leftist Andres Manuel Lopez Obrador of the Party of the Democratic Revolution (PRD), march towards Zocalo square in Mexico City August 27, 2006. The letters say ’Vote’. (Tomas Bravo/Reuters)
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