Home > La deriva di Grassi : la risposta del coordinamento del documento di maggioranza

La deriva di Grassi : la risposta del coordinamento del documento di maggioranza

Publie le venerdì 21 gennaio 2005 par Open-Publishing

Partiti Partito della Rifondazione Comunista Parigi

Mentre tutti i comunisti e le persone di sinistra gioiscono per la vittoria di Nichi Vendola in Puglia, rimane solo Grassi, in buona compagnia di Diliberto, a gettare discredito sul partito, pensando alle sue beghe di mozione.

Parlare di “deriva berlusconiana di Bertinotti” è veramente il colmo, nel momento in cui il nostro Partito è impegnato in una grande battaglia per la democrazia partecipata e il pieno coinvolgimento del popolo delle opposizioni per la definizione del profilo programmatico dell’alleanza democratica.

Così, come parlare di “gonfiamento del tesseramento” senza fornire alcun elemento concreto a suffragio di una tesi che non ha fondamento, alimenta una cultura del sospetto e offende la dignità di migliaia di nostri dirigenti locali e militanti. Grassi sta in buona compagnia con il coordinatore della Margherita della Puglia che ha accusato i compagni di Rifondazione di aver “gonfiato” il successo di Vendola alle primarie.

Alle sciocchezze su Prodi, non vale neanche la pena di replicare: è proprio aver detto con chiarezza quale è l’obiettivo politico su cui intendiamo lavorare, ovvero la costruzione di una alternativa programmatica di governo, che ha permesso al nostro Partito di conquistare la centralità che nessuno mette in discussione (tranne Grassi), di combattere la deriva centrista anche dentro l’alleanza democratica, di riscuotere il successo che la vittoria di Vendola ha in maniera eclatante dimostrato.

Tutte cose che sarebbe spazzate via se prevalesse l’impostazione di Grassi.
Sui risultati congressuali, infine, invitiamo il compagno Grassi ad aspettare a cantare vittoria.

Già in una settimana, i consensi alla mozione di maggioranza sono cresciuti di oltre 5 punti percentuali e diminuiscono quelli alle altre mozioni. E le prossime settimane vedranno un ulteriore incremento di questa tendenza.

I conti, caro compagno Grassi, facciamoli alla fine.


L’attacco di Grassi a Bertinotti

Prc: Grassi, Bertinotti vive deriva berlusconiana

ADNK (POL) – 19/01/2005 – 13.16.00

19 gennaio 2005

Roma, 19 gen.- (Adnkronos) – "Un partito come Rifondazione comunista non si governa neanche con il settanta per cento, figurarsi con il cinquantuno. Il partito non è una società per azioni. Bertinotti subisce una pericolosa deriva berlusconiana e maggioritaria". Lo ha dichiarato Claudio Grassi, coordinatore della mozione Essere Comunisti (filiazione della rivista l’Ernesto), che si contrappone alla linea filo-prodiana del segretario di Rifondazione.

Intervistato da Media Quotidiano, diretto da Mario Adinolfi, Grassi torna ad accusare Bertinotti di aver gonfiato il tesseramento. "I dati sono sotto gli occhi di tutti La nostra non è un’accusa sul piano personale al segretario, è un’accusa politica. Certo, negli ultimi giorni prima della chiusura del tesseramento prima di Natale, c’è stato un rigonfiamento del numero degli iscritti assolutamente abnorme. Una crescita ingiustificata e disomogenea territorialmente. Questi fatti non aiutano un dibattito disteso".

Grassi accusa Bertinotti di incoerenza: "E’ passato da un estremo all’altro. Prima la totale chiusura, ora dà per scontato addirittura l’ingresso nel governo di Romano Prodi senza avere neanche avviato un confronto programmatico. Bertinotti ha deciso e non spiegato." Arrivano poi i primi dati dai congressi locali, così commentati da Grassi nell’intervista a Media Quotidiano. "Ci sono dei dati parziali estremamente positivi per la mozione Essere Comunisti.

Abbiamo la maggioranza assoluta in federazioni importanti come Bologna e Siena, la maggioranza relativa a Torino. Abbiamo vinto a Cosenza, Barletta e Schio con oltre il novanta per cento dei consensi; ottima vittoria anche a Catania". Esclusa invece un’intesa politica con le altre mozioni anti-bertinottiane di origine trotzkista. "Partiamo da posizioni troppo diverse e non è nostro interesse portare avanti una questione di tipo personale. Il nostro obiettino non è togliere a Bertinotti la segreteria.

Vogliamo condizionarlo politicamente. Senza una preventiva intesa programmatica, l’accordo con Prodi non si può fare. Bertinotti deve tornare a dire quel che ha sempre detto: prima i contenuti, poi le alleanze. Non si capisce – conclude Grassi – cosa gli abbia fatto invertire le priorità".

(Red-Pol/Ct/Adnkronos) 19-GEN-05 13:18


Intervista a Grassi (l’Ernesto)

Claudio Grassi è un signore che parla con voce pacata, è rassicurante, non si agita mai, ma agita i sonni di un’icona tanto cara a tutto il teatrino politico italiano: il simpatico subcomandante Fausto Bertinotti. Grassi è il "coordinatore" (guai a chiamarlo leader) della mozione Essere Comunisti, filiazione della rivista l’Ernesto, che punta a mettere in crisi la strategia bertinottiana di puntello a Romano Prodi con l’obiettivo di entrare a tutti i costi nel governo che nel 2006 dovrebbe riconsegnare Palazzo Chigi alle sinistre. Almeno secondo i wishful thinkings ulivisti.

Grassi, Bertinotti dice che se ne frega di voi, che è pronto a governare il partito anche con il 51% dei consensi. Sbaglia?

Sì, quella sua uscita è stata una scivolata. Un’affermazione, poi, profondamente sbagliata. Un partito come Rifondazione comunista non si governa neanche con il settanta per cento, figurarsi con il cinquantuno. Il partito non è una società per azioni.

Dice che Bertinotti è vittima del virus del berlusconismo?

Direi di sì. Subisce una pericolosa deriva maggioritaria.

E’ anche una deriva democristiana: è vero che sta gonfiando il tesseramento?

I dati sono sotto gli occhi di tutti. La nostra non è un’accusa sul piano personale al segretario, è un accusa politica. Certo, negli ultimi giorni prima della chiusura del tesseramento prima di Natale, c’è stato un rigonfiamento del numero degli iscritti assolutamente abnorme. Una crescita ingiustificata e disomogenea territorialmente. Questi fatti non aiutano un dibattito disteso.

Insomma: Bertinotti vuole battervi, con ogni mezzo, e non vuole convincervi. Ma cos’è successo? Perché il Bertinotti che tra il 1998 e il 2001 paga la sua linea assolutamente intransigente con l’isolamento e una scissione, ora diventa quello che proclama la priorità del battere Berlusconi?

Andrebbe chiesto a lui, bisognerebbe chiedergli conto di questa sua incoerenza. E’ passato da un estremo all’altro. Prima la totale chiusura, ora dà per scontato addirittura l’ingresso nel governo di Romano Prodi senza avere neanche avviato un confronto programmatico. Bertinotti ha deciso e non ha spiegato.

Come vanno i congressi locali?

Per noi molto bene. Ci sono dei dati parziali estremamente positivi per la mozione Essere Comunisti. Abbiamo la maggioranza assoluta in federazioni importanti come Bologna e Siena, la maggioranza relativa a Torino. Abbiamo vinto a Cosenza, Barletta e Schio con oltre il novanta per cento dei consensi; ottima vittoria anche a Catania.

Cosa accade con le altre mozioni? E’ pensabile un’intesa tra voi e le tre mozioni trotzkiste in funzione anti-bertinottiana?

No, partiamo da posizioni troppo diverse e non è nostro interesse portare avanti una questione di tipo personale. Il nostro obiettivo non è togliere a Bertinotti la segreteria. Vogliamo condizionarlo politicamente. Andremo certamente sopra il 30% dei consensi complessivi nel partito e il segretario dovrà tenerne conto. Senza una preventiva intesa programmatica, l’accordo con Prodi non si può fare. Bertinotti deve tornare a dire quel che ha sempre detto: prima i contenuti, poi le allenze. Non si capisce cosa gli abbia fatto invertire le priorità.

http://www.mediaquotidiano.it/?news=617