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L’Unione governa in 16 regioni. Il voto travolge Berlusconi. Storace: «È un’ecatombe»
Publie le martedì 5 aprile 2005 par Open-PublishingDazibao Elezioni-Eletti Governi
di red
L’Unione ha vinto. Come nessuno poteva immaginare. Lo conferma anche l’ottava proiezione Nexus. A Liguria, Calabria, Campania, Abruzzo, Marche, Umbria, Toscana, Emilia Romagna si aggiungono così anche Lazio, Piemonte e Puglia. Nel Lazio Marrazzo è al 51,2 per cento, contro il 46,9 di Storace. In Piemonte Bresso al 50,5 Ghigo al 47,5. In Puglia Vendola vola. Per lui il 51,2 per cento. Fitto al 47,9.
Al centrodestra solo Lombardia e Veneto.
Secondo i dati raccolti dai Ds, a livello nazionale l’Unione avrebbe raggiunto il 52,3% dei consensi contro il 44,1% per la Cdl.
Il dato finale dell’affluenza comunicato dal ministero dell’Interno è del 71,4 per cento, in calo dell’1,6 rispetto al 2000.
Prodi: «Prepariamoci a governare».
E nel centrodestra si prepara la resa dei conti
«Gli italiani ci chiedono di prepararci a governare», commenta Romano Prodi osservando la vittoria dell’Unione. I dati parlano chiaro: «Quando siamo sereni, uniti e propositivi vinciamo. Abbiamo largamente vinto in numero di voti e Regioni». Anche per il segretario Ds Piero Fassino «l’Unione vince in modo incontestabile. La maggioranza di Berlusconi non è più riconosciuta dalla maggioranza degli italiani».
Massimo D’Alema è euforico: «Non so chi è stato a dire per primo che le vere primarie sarebbero state le regionali. Non mi ricordo - ironizza - un uomo politico di cui ho una certa conoscenza da parecchio tempo». Il riferimento ovviamente è a sé stesso. E subito una nuova previsione: «Quando faremo la proiezione sui collegi, ho l’impressione che per Berlusconi sarà scioccante».
Grande festa a Roma al comitato di Piero Marrazzo. Il candidato del centrosinistra, accolto dalle note della Canzone popolare, ammonisce: «Nessuno dica che il voto è stato condizionato dalla morte del Papa: lo dobbiamo per rispetto ai cattolici e per noi stessi». Grande gioia, ma senza dimenticare la recentissima scomparsa di Giovanni Paolo II: «Aspettiamo ancora una pò - ha detto Marrazzo- non usiamo parole di festeggiamento specialmente in segno di rispetto per la morte del Santo Padre. anche in questo ci contraddistinguiamo dagli altri».
Francesco Storace, alle 10 di sera, ammette la sconfitta: «Ho appena telefonato a Piero Marrazzo per fargli gli auguri di buon lavoro. La tendenza è quella della vittoria del centrosinistra, in quella che è stata un’ecatombe in tutta Italia»
Nel centrodestra il primo leader ha parlare è Marco Follini. Parla di «una sconfitta indubbia», chiede alla coalizione di «riflettere. Ma non solo». Forza Italia mette le mani avanti: «Va fatta una valutazione complessiva del risultato - dice il coordinatore Fabrizio Cicchitto - Emerge comunque un dato per quanto riguarda Forza Italia e tutta la coalizione. Pesa la mancata presenza in campo di Berlusconi». Di tutt’altro avviso Bruno Tabacci dell’Udc. Gli italiani, dice, «hanno interpretato il voto come un referendum su Berlusconi». E lo hanno bocciato.
Alleanza nazionale sulla stessa linea. «Berlusconi è il presidente e il capo della coalizione - osserva Ignazio La Russa - Se perde la coalizione perde anche lui». Per Domenico Nania «resta da capire se all’interno della Casa delle libertà, rispetto ad un mantenimento in termini di voti dei partiti della coalizione, dovesse essere soltanto Forza Italia a registrare una pesante sconfitta. È ovvio che porrebbe a tutti noi ma prima a Forza Italia dei motivi di riflessione».
In serata, tuttavia, Gianfranco Fini ha scelto di accollarsi la sua parte della disfatta. Leader troppo assenti? «Mi sento chiamato in causa da questo voto, altrimenti non sarei qui - risponde intervenendo a Porta a porta - Credo sarebbe un errore dire che la prossima volta andrà diversamente perchè ciò dipende da noi». Quindi «ha perso la Cdl, non i governatori. Governo politicamente più debole ma non si dimette. Scontato arrivare alla fine della legislatura».