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Partiti Partito della Rifondazione Comunista Parigi
L’alternativa di società
di Francesca Foti coordinatrice GC Toscana
Lunedì sera a Firenze, al teatro Rifredi, si è svolta la presentazione dell’emendamento delle/dei Gc al documento di maggioranza del Prc, primo firmatario Fausto Bertinotti. Al dibattito insieme al segretario c’erano Michele De Palma, Lisa Clark, Francesco Caruso e Gianni Rinaldini. La sala si è riempita di GC provenienti da tutta la Toscana, da militanti del partito, ma anche da compagne/i del movimento, dei centri sociali, del sindacato, del social forum.
Si è capito sin dal primo istante che si era lì anche per condividere la gioia della vittoria di Nichi alle primarie pugliesi. Proprio da questo fatto straordinario è iniziata la discussione, che si è dispiegata nella continua tensione verso la ricerca di percorsi di trasformazione, che da anni caratterizza il Prc e che lo ha reso un caso politico, l’anomalia del sistema. Una nuova generazione - non anagrafica, ma politica - da Genova a oggi, sta scrivendo un’inedita grammatica delle relazioni, che può neutralizzare la violenza, l’arroganza, e il dominio cui ci costringono i nostri avversari, quotidianamente.
Abbiamo ripercorso la storia di questa generazione. Michele De Palma ha ricordato la drammatica notte fra il 20 e il 21 luglio del 2001 nello stadio Carlini, laboratorio della nostra ricerca. Michele ha ricordato ad alta voce quella lunga assemblea notturna dopo la morte di Carlo, in cui le voci concitate si susseguivano negli interventi, e in cui decidemmo di non scendere sul terreno nel quale il potere ci voleva trascinare. «Il terrore e la morte sono inscritti nel loro codice genetico, noi siamo qui per costruire un altro mondo» ci dicemmo. Quella notte il movimento fece propria la categoria della non violenza, capimmo che la nostra debolezza di uomini e donne disarmati era la nostra forza contro la loro ferocia, che questo destabilizzava. Con quell’atto rompemmo la gabbia del pensiero unico, tracciammo la via per nuove possibilità. Da allora cominciammo il nostro cammino, che rompeva con la stanca tradizione della lotta per il potere, che lo piegava e lo attraversava. Con Rinaldini e Caruso siamo tornati a Melfi e a Scansano, ad Acerra e a Terlizzi dove il linguaggio della trasformazione è stato declinato da intere comunità che con i loro corpi hanno sconvolto i progetti che il neoliberismo aveva per loro.
Con Lisa siamo stati in Palestina e in Kosovo, dove altri corpi hanno bloccato i carri armati, ed in terra Toscana dove è nato il trainstopping. L’elemento che ha reso possibile tutto questo è stato la partecipazione, la costruzione di spazi pubblici, la democrazia.
«Quale è il ruolo della politica?» ci siamo chiesti. «Rendere possibile l’innesco di questi processi, come è avvenuto in Puglia con le primarie, nonostante anche nel nostro partito fossero viste con ostilità», ha suggerito Bertinotti, «recuperare l’ideologia, strapparla dalla falsa coscienza e restituirle il ruolo di interpretazione libertaria del mondo. Vincere contro il neoliberismo per vincere contro la guerra ed il terrorismo».
Infine la questione delle elezioni politiche, la Gad, il governo. Come possiamo rompere la gabbia delle compatibilità, difendere l’autonomia del movimento, renderlo più forte? «Far calare un ponte fra il palazzo e la gente. E poi, c’è l’autonomia del partito rispetto al governo, ma c’è soprattutto l’autonomia del movimento.
Quando si sono scelti i propri compagni di strada, bisogna continuare a camminagli accanto», ha detto il segretario. «Il rischio maggiore quando c’è un governo amico è che il movimento da un lato si istituzionalizzi, dall’altro si autoemargini», ha affermato Caruso, «il crinale su cui il movimento è chiamato a camminare ora è alquanto difficile, ma non è impossibile tracciare una nuova strada. Basta guardare il sindaco di Acerra, del Prc, che si è messo in gioco da subito, e ha mostrato come un sindaco debba stare al fianco della sua comunità quando lotta contro un potere arrogante e prevaricatore. E basta guardare "un certo compagno che era tra le fila degli operai della Fiat durante le cariche della polizia a Melfi, era ad Acerra, a Scansano, ovviamente a Terlizzi a difendere l’ospedale che Fitto voleva chiudere. Ora, è molto probabile che quel certo compagno sarà governatore della Puglia. E’ difficile che possa interrompere la sua abitudine a camminare su percorsi tradizionali ed inediti per costruire l’alternativa, finalmente». Rifondazione tutta è chiamata ad accettare questa sfida, e sappiamo che ne sarà all’altezza.
L’emendamento e la registrazione dell’iniziativa su
http://bellaciao.org/it/art_se.php3?id_article=7114
Liberazione 19 gennaio 2005