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di Cinzia Cislaghi, Paola Ceretta
Paola
Londra ci accoglie, dopo un estenuante volo con un aereo a carbonella, con la sua solita pioggerellina fitta e un’aria frizzantina. Dopo nemmeno mezz’ora esce il sole. Sarà stato l’arrivo delle due radiose corrispondenti di socialpress a illuminare la grigia città britannica?
Londra è più imponente che mai: nonostante sia stata più volte sua ospite, non posso fare a meno di sgranare gli occhi davanti a Westminster, al Parlamento e alla Tower of London. Cinzia e io depositiamo i bagagli in un ridente ostello dalle parti di Kensington Gardens e ci avviamo al nostro primo appuntamento con l’European social forum 2004: il ritiro del badge. E qui comincia l’avventura.
Una coda infinita appare ai nostri occhi increduli appena arriviamo nella piazzetta che ospita la Conway Hall: ma come, non dovevano arrivare tutti domani? Pazientemente ci adeguiamo allo sport nazionale: fare la coda, appunto. I volontari del Social Forum, con indosso delle splendide magliette viola, passano avanti e indietro sbraitando qualcosa che più che inglese sembra turco-aramaico.
Ci viene distribuito il programma e altre quintalate di carta: subito un nome ci infiamma il cuore: Aleida Guevara, la figlia del Che. È fatta: stasera sappiamo cosa fare. Ci passa tra le mani un altro volantino: stasera, alle 19.30, Ken Loach arringherà la folla in uno dei numerosi Venue che Londra ha dedicato al Social Forum. Sarà vero? È da Firenze 2002 che ci promette la sua presenza! Controlleremo di persona.
Da un lato ci sentiamo sollevate di non avere anche noi i soliti chili di giornali o volantoni da distribuire, dall’altro ci fanno tenerezza i ragazzi che vendono The socialist worker che dalla grafica potrebbe sembrare il fratellino inglese di Socialpress [speriamo di no, nota del direttore]. Ci sentiamo anche un po’ stupidine a diffondere l’indirizzo del sito verbalmente agli italiani che ci attaccano bottone con la scusa che sembriamo esperte dell’ambiente e che parliamo un ottimo inglese: potevamo fare almeno dei bigliettini da visita! E ci sentiamo un po’ orfane di quell’allegra brigata che è la nostra redazione.
Comunque dopo un’ora e mezza di attesa in piedi, lo stomaco vuoto e i piedi gelati, abbiamo varcato la soglia della Conway Hall: abbiamo ottenuto l’agognato badge (uno splendido braccialetto di plastica rossa che già mi sta facendo allergia), ma soprattutto ci siamo guadagnate l’ambita tesserina per tutti i mezzi pubblici di Londra, per tutte le zone, valida per tutti e tre i giorni del forum. Visti i prezzi che ci sono qui...vale un capitale.
Adesso ci stiamo rilassando al Camden Centre (una sorta di equivalente del Metallos Madialab parigino), il gotha della stampa indipendente, davanti a una tazza di brodaglia fumante, che qui hanno il coraggio di chiamare caffè, e una gustosa torta al cioccolato biologica. Naturalmente circondate da aitanti giovanotti di diverse nazionalità, che purtroppo non hanno ancora dimostrato alcuna intraprendenza nei nostri confronti. Sarà perché dopo la nottata in aeroporto e la giornata alla scoperta della capitale britannica non ci siamo ancora fatte una doccia e nemmeno lavate i denti? Rimedieremo nei prossimi giorni, sfoderando il nostro irresistibile fascino mediterraneo.
Cinzia
Fino a qualche settimana fa non dovevo nemmeno esserci.
A Milano l’avvicinarsi del terzo Forum Europeo è passato piuttosto inosservato. Sarà stata la situazione irachena, con "i nostri ostaggi" che, giustamente, calamitava l’attenzione, sarà che anche a liberazione avvenuta resta ancora tanto, tantissimo da fare, ad ogni modo non se ne è quasi parlato.
Così, mentre l’anno scorso tutta la redazione era in fibrillazione e ci si era preparati a lungo per essere presenti in massa a Parigi, Londra 2004 nasce un po’ in sordina, e anche Socialpress alla vigilia si presenta a ranghi ridotti. Siamo qui solo in quattro e, personalmente, io sono partita senza quell’entusiasmo che mi ha accompagnata a Firenze prima e a Parigi l’anno successivo.
Ora invece sono qui, a Londra, sono le cinque del pomeriggio di mercoledì, il giorno precedente all’apertura vera e propria; questa mattina si è svolta l’assemblea preparatoria e questa sera ci sarà il saluto del sindaco. I lavori inizieranno domani.
Siamo arrivate, Paola ed io, in un clima uggioso, ma appena giunte in città è spuntato il sole, e con esso è salita l’adrenalina. Entrambe siamo sveglie da ieri mattina. Ieri sera, dopo la riunione di redazione, ci siamo prese tutto il tempo necessario, per arrivare alle 4 e mezza del mattino a dirigerci verso l’aeroporto di Orio al Serio, il volo, alle sette del mattino, e l’atterraggio...
È la mia prima volta a Londra, e questa città, che mi era stata descritta come fredda e piovosa, mi si è presentata illuminata dal sole. Con il passare delle ore, poi, ha iniziato a riempirsi di giovani e meno giovani, attivisti e movimentisti, tutti qui, inaspettatamente, a dire ancora una volta al mondo che il movimento c’è e ha tutta l’intenzione di continuare a discutere, riflettere e manifestare la sua contrarietà alle politiche neoliberiste e di guerra.
L’impatto maggiore lo abbiamo avuto nel primo pomeriggio, quando, dopo aver depositato i bagagli all’ostello, siamo andate a ritirare i pass per l’accesso al Forum.
All’arrivo, in Red Lion Square, siamo state accolte da una coda interminabile di persone in attesa. Una lunga, lunghissima coda di persone rilassate e tranquille, tutte in paziente attesa del loro turno per entrare in Conway Hall. Lingue diverse, volti sorridenti, sguardi che si incrociano e iniziano un dialogo spontaneo per ingannare l’attesa, ma anche per conoscersi e per riconoscersi, ancora una volta insieme a discutere, per creare l’altro mondo, possibile, necessario, non piu’ rimandabile.
Questa sera andremo a sentire il sindaco che salutera’ il forum insieme a Gerry Adams, Susan George, Aleida Guevara e altri nomi. E domani si comincia.
Buon lavoro a tutti.