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Assemblea autoconvocata CONTRO LA GUERRA * sabato 15 luglio h.9.30 Roma
Publie le mercoledì 12 luglio 2006 par Open-Publishing8 commenti
Dazibao Incontri-Dibattiti Movimenti Guerre-Conflitti
CONTRO LA GUERRA SENZA SE E SENZA MA VIA DALL’IRAQ, VIA DALL’AFGHANISTAN
Assemblea autoconvocata
Sabato 15 luglio, ore 9.30 Roma, Centro Congressi Frentani
Interverrà in videoconferenza da Kabul Gino Strada
Partecipano:
Vittorio Agnoletto, don Aldo Antonelli, Riccardo Bellofiore, Silvio Bergia, Piero Bernocchi, Marco Bersani, Norma Bertullacelli, Giorgio Bocca, Emiliano Brancaccio, sen. Mauro Bulgarelli, on. Alberto Burgio, Beppe Caccia, Pino Cacucci, Maurizio Camardi, Luciano Canfora, on. Salvatore Cannavò, Mariella Cao, Sergio Cararo, Massimo Carlotto, Barbara Casadei, Mauro Casadio, Luca Casarini, on. Paolo Cento, Stefano Charini, Giulietto Chiesa, Enzo Collotti, Giorgio Cremaschi, Angelo Del Boca, don Vitaliano Della Sala, sen. José Luiz Del Rojo, Nadia De Mond, sen. Loredana De Petris, Tommaso Di Francesco, Manlio Dinucci, Mario Dogliani, Angelo d’Orsi, Valerio Evangelisti, Ferdinando Faraò, Dario Fo, Jacopo Fo, on. Mercedes Frias, don Andrea Gallo, sen. Fosco Giannini, Nella Ginatempo, Haidi Giuliani, sen. Claudio Grassi, Beppe Grillo, Sabina Guzzanti, Margherita Hack, Enzo Jannacci, Paolo Leonardi, Walter Lorenzi, Piero Maestri, sen. Luigi Malabarba, Maurizio Mantani, Mario Martinelli, Alberto Masala, Alessandra Mecozzi, Enrico Melchionda, Alessandro Metz, Milva, Gianni Minà, Mario Monicelli, Raul Mordenti, Luciano Muhlbauer, Gavino Murgia, Alfonso Navarra, Maso Notarianni, Diego Novelli, Emma Nuri Pavoni, sen. Anna Maria Palermo, Maurizio Pallante, on. Gianluigi Pegolo, Enrico Piovesana, Riccardo Pittau, Massimo Raffaeli, sen. Franca Rame, Riccardo Realfonzo, sen. Fernando Rossi, Paolo Rossi, on. Franco Russo, Paolo Sabatini, sen. Cesare Salvi, Luciano Scalettari, Vauro Senesi, sen. Gian Paolo Silvestri, Nando Simeone, Bruno Steri, Bebo Storti, Gigi Sullo, Stefano Tassinari, sen. Dino Tibaldi, sen. Franco Turigliatto, sen. Olimpia Vano, don Alberto Vitali, Luciano Zambelli, Adriana Zarri
Aderiscono:
Assalti frontali, Banda Bassotti, Cisco, La Gang, Modena City Ramblers, Radici nel cemento
Messaggi
1. DAL SALENTO, 13 luglio 2006, 07:54
COMUNICATO STAMPA
Anche il Salento si mobilita per chiedere al Governo di Centro Sinistra un segnale di forte di discontinuità con il precedente Governo Berlusconi in materia di missioni di guerra all’estero.
Le truppe italiane devono essere ritirate da tutti i teatri di guerra, a cominciare dall’Iraq e dall’Afghanistan: non si può continuare a violare l’articolo 11 della nostra Costituzione, la cui validità è stata di recente riconfermata dal popolo italiano; non si può continuare a consentire la mistificazione della realtà chiamando missioni di pace quelle che, invece, sono solo sanguinose e illeggittime invasioni di Paesi terzi; non si può pensare che possa MAI esistere una guerra umanitaria, una guerra che per portare aiuto ad un popolo, uccide e rapina le sue risorse; non si possono chiedere sacrifici agli italiani in nome del risanamento della nazione e sperperare milioni di euro in armamenti e missioni di guerra all’estero.
Noi diciamo: che non ci stiamo, non siamo d’accordo, che la guerra non cambia la sua natura se a farla è un governo di centro sinistra invece che un governo di centro destra, che non si può essere pacifisti a giorni alterni e in funzione di chi governa.
Per questo e per ribadire le tante ragioni del ’NO ALLA GUERRA SENZA SE E SENZA MA’, saremo in piazza a Lecce nei seguenti giorni:
VENERDI’ 14 LUGLIO - sit-in e raccolta firme su un appello da inviare ai parlamentari candidati ed eletti nel Salento, per dire che noi non li abbiamo delegati a votare le missioni di guerra e che se lo faranno non sarà in nostro nome. Il sit-in si terrà in Piazzetta De Pace ( in prossimità della scuola elementare "C. Battisti") dalle ore 19,30 in poi.
LUNEDI’ 17 LUGLIO - in occasione dell’inizio del dibattito parlamentare sul finanziamento delle missioni di guerra allestiremo in Piazza S. Oronzo dalle ore 19,30 in poi una tenda della pace con sit-in, proiezioni di filmati sulla guerra, raccolta firme, distribuzione di materiale informativo e una mostra a cura di Emergency.
Si allegano: copia del volantino e appello ai parlamentari
Hanno aderito alle iniziative:
Comitato Territoriale ARCI, Comitato Fermiamo la guerra, ARCI Zei,
Circolo di Lecce del P.R.C., Collettivo Iqbal Masiq, Circolo politico culturale IL CANTIERE, Ass.Cubana Josè Marti, Ass. C-arte, Ass. Donne del Mediterraneo, Giovani Comunisti Lecce, Coop. Soc. Commercio Equo e Solidale,
Circolo Arci I Sotterranei-Copertino, Ass. Culture Migranti, PdCI -sez. di Lecce, Unione degli Universitari di Lecce, Mutua Studentesca
2. ANCHE A GENOVA, 13 luglio 2006, 09:07
Come richiesto , volentieri faccio girare...
Messaggio inoltrato da norma.b@ Retecontrog8@yahoogroups.com>
(Fate girare, per favore! Grazie)
Anche a Genova
Al termine dell’ora in silenzio per la pace di ieri sera abbiamo convenuto di darci un appuntamento sotto la prefettura (via Roma) per lunedì 17 luglio alle 17.30. Vogliamo manifestare per il ritiro dei
soldati italiani dall’Afghanistan in coincidenza con iL dibattito parlamentare durante il quale potrebbe essere votato il rifinanziamento della missione e con il sit in di protesta promosso da diversi gruppi
ed organizzazioni romane e nazionali.
Una delegazione genovese parteciperà all’assemblea nazionale autoconvocata a Roma per sabato 15.
Norma
3. dai DISOBBEDIENTI DEL MOLISE, 13 luglio 2006, 10:14
L’autoritarismo ha bisogno di obbedienza,la democrazia di DISOBBEDIENZA
viene confermata anche la loro partecipazione.
Doriana
1. > dai DISOBBEDIENTI DEL MOLISE, 13 luglio 2006, 13:00
ti sei accorto
ti sei accorto dei manifesti storti
delle acquile accese dei far incompresi
ti sei accorto delle tavole povere
ti sei accorto delle tue buffonerie
dei tuoi sentieri stretti, dei tuoi paletti
ti se accorto del pianto dei piccioni
dello sterminio dei golosi
ti sei accorto del tuo e del mio egoismo
della nostra ignoranza civile
no alla guerra
pensiamo anche al nostro futuro e al futuro del italia
pensiamoci
by guido arci camalli arci guernica arci fuori orario arci ceriana arci bergamo arci peppino impastato
pensate con la testa di un povero precario pensateci bene
pensate cion la testa di un povero afgano
pensate con la testa del dialogo tra le sinistre
pensateci
4. CAGLIARI BOLOGNA TORINO, 14 luglio 2006, 00:59
A CAGLIARI:
PER IL RITIRO DELLE TRUPPE DALL’AFGHANISTAN.
NO AL RIFINANZIAMENTO DELLA MISSIONE ISAF-NATO. SOLIDARIETA’ AI
SENATORI CHE DICONO NO.
La decisione del governo Prodi di
rifinanziare la missione in Afghanistan si colloca in un contesto di
fallimento totale di quelli che erano stati dichiarati come gli
obiettivi da raggiungere con la guerra. Il governo Bush e i suoi
alleati proseguono invece, pur con qualche segno di cedimento,
l’occupazione militare e le azioni di guerra, con la finalità di
presidiare uno snodo strategico per il controllo delle risorse e
accerchiare i possibili competitori globali.
Il movimento contro la
guerra, nella pluralità delle sue analisi e nelle differenze dei
moventi che spingevano l’azione dei singoli e delle organizzazioni, ha
sempre ed unitariamente rifiutato la guerra e l’occupazione
dell’Afghanistan “senza se e senza ma”, non rilevando né nel mandato
ONU – peraltro oramai superato nei fatti – né nel cosiddetto
“multilateralismo” un terreno di possibile compromesso o peggio ancora
di collateralismo con le politiche di guerra.
Il decreto di
rifinanziamento della missione rappresenta dunque un punto di rottura
con questa linea e la riaffermazione di una politica estera che, sul
solco di quella che portò all’aggressione alla Jugoslavia del 1999,
conferma la guerra come metodo di risoluzione delle controversie
internazionali. La “svolta” operata con l’annuncio del ritiro
dall’Iraq, che peraltro avverrà coi tempi già previsti dal governo
Berlusconi, sembra apparire da questo punto di vista come una scelta
tattica dettata dalla contingenza che conferma la strategia di
collateralismo all’amministrazione USA, coperta appena da retoriche sul
“multilateralismo” o sull’”interventismo democratico”.
Appare al tempo
stesso non è assolutamente condivisibile l’atteggiamento tenuto dalle
dirigenze di quella parte di sinistra istituzionale che aveva negato,
per ben otto volte, i propri voti al rifinanziamento della missione. La
guerra non può rappresentare un terreno di trattativa o di compromesso
e la condotta tenuta nei confronti del suo finanziamento, come la
storia del movimento dei lavoratori ci ha insegnato, ha spesso
rappresentato un elemento di spartiacque e di rottura che genera
confini.
Ancor più netti appaiono questi confini se li si guarda dalla
Sardegna, un isola che subisce, di fatto, una occupazione militare che
copre di gran lunga più della metà delle servitù presenti nel
territorio dello stato italiano. Come può chi afferma di voler
smantellare le servitù militari in Sardegna e cancellare questo peso
che limita la sovranità della nostra isola accettare di rifinanziare le
missioni in cui si scaricano e si utilizzano le macchine di morte
sperimentate nei poligoni sardi? Non si possono sostenere politiche di
guerra e poi illudersi che non si sperimentino gli armamenti. Le scelte
di una politica estera guerra continueranno a mantenere la Sardegna
sotto il giogo dell’occupazione militare.
Per questi motivi abbiamo
accolto positivamente la presa di posizione dei senatori che hanno
pubblicamente dichiarato la loro volontà di votare contro il decreto di
rifinanziamento della missione ISAF-NATO in Afghanistan, decreto che
non contiene elementi di discontinuità significativi rispetto a quello
elaborato dal governo Berlusconi. Per questi motivi esprimiamo la
nostra solidarietà alla loro scelta che riafferma – anche nella
pluralità delle posizioni– una politica conseguente contro la guerra e
per la pace che vada oltre un pacifismo di facciata.
Cagliari, Luglio
2006
Prime adesioni all’appello:
Comitato Sardo Gettiamo le basi
Associazione Amicizia Sardegna Palestina
Cagliari Social Forum
A
Foras - Atobyu Casteddayu contra a s’occupadura militari de sa
sardinnya
Associazione Culturale Linea Gotica
Per altre adesioni, di
singoli o gruppi, mandare una mail a autoconvocaticagliari@email.it
A TORINO:
martedì 18 luglio, ore 17.30, davanti alla prefettura di
torino, presidio contro il rifinanziamento delle missioni militari
italiane all’estero (in occasione del voto alla camera)
Comitato di
lotta internazionalista
Csoa Askatasuna
Csa Murazzi
Collettivo
Universiatrio Autonomo
A BOLOGNA:
CHIEDIAMO IL RITIRO IMMEDIATO
DELLE TRUPPE ITALIANE DALLE MISSIONI DI GUERRA
Lunedì 17 luglio, a
Bologna, in concomitanza con il voto in parlamento sul rifinanziamento
delle missioni di guerra, si terrà una tenda in P.zza Re Enzo dalle ore
17,30 per chiedere il ritiro immediato delle truppe italiane.
Chiediamo il ritiro immediato delle truppe italiane
Oggi il movimento
contro la guerra deve far sentire la sua voce, chiedendo al governo0 e
alla maggioranza di centro-sinistra di dimostrare, con atti concreti,
la sua diversità dal precendente governo.
Il ritiro delle truppe
italiane dai diversi scenari di guerra deve essere una priorità per
tutto il movimento.
Questa tenda contro la guerra è sicuramente un
piccolo segnale, ma pensiamo che si debbano sviluppare e riannodare i
fili di quel vasto movimento contro la guerra per la pace che ha
attraversato l’Italia e il mondo in questi ultimi anni.
Le nostre
parole d’ordine, sono semplici, ma dirette e sono oggi le priorità su
cui il movimento si deve confrontare:
VOTATE CONTRO IL DECRETO CHE
FINANZIA LA MISSIONE DI GUERRA IN AFGHANISTAN
RITIRO IMMEDIATO DI
TUTTE LE TRUPPE DALL’IRAQ, AFGHANISTAN E DAGLI ALTRI FRONTI DI GUERRA,
RISPETTANDO L’ART.11 DELLA COSTITUZIONE
BASTA CON L’OCCUPAZIONE DELLA
PALESTINA E CON IL MASSACRO DEL POPOLO PALESTINE
Invitiamo i
cittadini e tutte le associazioni, le realtà di movimento,i partiti, i
sindacati, a partecipare alla tenda a Bologna.
compagni e compagne
di Bologna del Comitato nazionale per il ritiro delle truppe italiane
http://nuke.disarmiamoli.org
5. ULTIMA ORA, 14 luglio 2006, 01:07
Ultima ora.
Ho appena sentito Alex Zanotelli per telefono. Aderisce
all’assemblea del movimento e dei parlamentari "obiettori" del 15
luglio. Interverra’ in collegamento telefonico.
Conferma la presenza a
Firenze il 15 pomeriggio, ore 16.00. L’appello del 3 giugno per il
disarmo atomico va bene. (Anche Pippo Onufrio di Greenpeace mi ha fatto
avere l’adesione via e-mail).
Va bene anche l’aggegazione permanente
degli ex saggi nel Comitato "NO ALLA GUERRA NUCLEARE" con un ruolo di
spinta unificatrice ed innovatrice rispetto alle associazioni esistenti
ed alle iniziative in corso.
Ciao a tutte/tutti Alfonso Navarra
6. Ripartire da Genova? Noi non ci siamo mai fermati !, 14 luglio 2006, 01:14
Ripartire da Genova? Noi non ci siamo mai fermati !
e chiamiamo il popolo della pace a Roma, il 15 il 17 ed il 24 Luglio ,
contro le missioni di guerra, senza se e senza ma !
L’appello per “ripartire da Genova”ci trova in profondo dissenso.
In un momento cruciale come questo è fondamentale far sentire la voce sotto
i palazzi del potere centrale, a Roma, il 17 ed il 24 luglio, quando alla
Camera e poi al Senato si voterà sul rifinanziamento delle truppe in
Afghanistan e negli altri 27 fronti di guerra nei quali sono impegnati i
soldati italiani.
Sappiamo che le mobilitazioni romane saranno probabilmente simboliche e
d’avanguardia, a causa non solo e non tanto della stagione estiva e dei
giorni feriali, ma di un “affaticamento” del movimento perseguito
sistematicamente da chi stava preparando la Caporetto di questi giorni, nei
quali siamo costretti ad assistere al clamoroso voltafaccia degli ex
“paladini del pacifismo non violento”, intenti con spillette e patetici
escamotage (la riduzione del danno….) a giustificare un voto
ingiustificabile.
Siamo in profondo dissenso con coloro i quali oggi evidenziano l’esigenza
di contemperare il no alla guerra con la tenuta del governo.
Spiacenti, il movimento contro la guerra non ha “governi amici” di fronte
all’alternativa tra pace o guerra.
Dissentiamo dall’idea di mettere ai voti un principio come quello del NO
alla guerra. Sui principi non si vota, ma si costruiscono politiche
concrete, a costo di essere “impopolari”.
O le scelte “impopolari” devono essere solo quelle che chiedono sacrifici
ai soliti noti, magari per finanziare proprio le costosissime missioni?
I ripetuti sondaggi di questi anni ci dicono invece che la scelta sarebbe
molto popolare, perché la maggioranza del popolo italiano è per il ritiro
delle truppe, trasversalmente ai poli.
Ogni temporeggiamento rispetto a questo passaggio è in stretta continuità
con il lavorio di smobilitazione già abbondantemente intrapreso in questi
anni contro il movimento.
Ci indigna che si usi la categoria della “concorrenza” a sinistra su un
tema di questo genere: Concorrenti su che cosa? Sulla vita o la morte degli
afgani, dei kosovari, degli iracheni, dei palestinesi?
I tempi sono scaduti e le scelte sono di fronte a chi ha ricevuto un
mandato preciso: il No alla guerra senza se e senza ma.
Chi farà una scelta diversa non lo farà in nostro nome, e se ne assumerà
tutta la responsabilità politica e morale di fronte al popolo della pace,
in Italia e nel mondo.
Noi saremo a Roma, il 15 luglio alla assemblea autoconvocata dai senatori e
deputati che mantengono una posizione di coerenza con il mandato
elettorale, il 17 al sit in del movimento davanti al Parlamento, in P.
Montecitorio, il 24 di fronte al Senato.
Il Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani
viadalliraqora@libero.it;
www.disarmiamoli.org
1. > Ripartire da Genova? Noi non ci siamo mai fermati !, 14 luglio 2006, 12:29
per i precari del italia per i sfollati del italia, per chi muore di fame in afgnanistan, kosovo, africa, sud america , in asia, per lo sfruttamento del lavoro minorile, per gli abusi famigliari, per la pedofilia, per tutte questo cose chieo il dialogo tra le sinistre, un dialogo è sempre auspicabile, io son contro la guerra in afgnanistan, ma c’è un mandato onu per dio, volete capire chec’è un mandato onu, c’è chi li chiama mercenari, ma molti di essi non anno una casa, o lo han fatto per disperazione, belin ragazzi, ripartiamo da genova, senza i casinisti, senza chi va solo per spaccare i vetri, lo sapiamo erano fascisti. MA tanto non vi importa dei precari, della disocupazione, di queste cose, è una guerra illegale, bene dimostratelo, se lo è, ma se cade il governo la colpa sarà solo vostrA, pace e bene e dialogo, tanto dialogo
per gli arci italia
per i disoccupati e i precari fatelo per loro almeno
by guido
dialogo solo dialogo io chiedo tra le due sinistre prima che tutto muoia, compresa la pace.